La mia è una forte convinzione: oggi, nell’era di Internet, la televisione è un elettrodomestico obsoleto.
Il problema del piccolo schermo è la TV generalista, in particolare mi riferisco ai due dinosauri Rai&Mediaset. La pay-tv sopravviverà, anche se costosa é capace di proporre trasmissioni valide semplicemente perché è una tv a tema. E’ lo spettatore che sceglie cosa seguire senza essere costretto allo zapping continuo per trovare ciò che l’interessa.
Ma questa regola non vale per tutti.
Infatti, é dimostrato da innumerevoli indagini sociali che i giovani non spendono il loro tempo libero guardando solo la televisione ma, durante la visione dei loro programmi preferiti, navigano in Rete. Hanno la capacità del multi-tasking, la mente può applicarsi contemporaneamente a più attività.
Vedrete che col tempo le future generazioni guarderanno sempre meno tv e passeranno sempre più tempo in Rete. L’apparecchio televisivo è percepito come uno strumento passivo, le nuove leve sono abituate (giustamente) a scegliere, a contribuire, a partecipare, a condividere le loro esperienze multimediali.
Eppure, nonostante questo interesse crescente verso il web, è quasi impossibile trovare un programma televisivo che parli di Internet!
Il mistero è presto svelato: basta ascoltare qualche intervista ai dirigenti televisivi.
Si noterà che, nel loro linguaggio forbito, i termini sperimentazione ed innovazione sono assenti. La loro gioia nasce nel proporre i soliti noti, gente trita&ritrita che non sa cosa sia un computer e tantomeno Internet.
Una tv vecchia capace solo di generare mostri come il Sanremo di Morandi o il patetico “Miss Italia”.
Io di questa televisione non so cosa farmene se non tenerla spenta. Ammetto, invece, che ogni giorno faccio un salto su You Tube, il sito che ha cambiato il concetto di intrattenimento. Per noi, uomini del Web, risulta naturale guardare un video musicale in streaming, recuperare un servizio che ci siamo persi in tv oppure un goal della nostra squadra del cuore. YouTube funge sia da archivio storico che da canale per proporre video di attualità, amatoriali o professionali che siano. Per me, è forse il sito che meglio incarna l’idea di WEB 2.0 a cui sono tanto legato.
Gli unici che non hanno capito nulla dell’importanza di questi siti rivoluzionari sono proprio i suddetti “manager” televisivi.
In genere, tutte le emittenti televisive ignorano il web, convinti che non parlare del loro fratello minore (in termini di età non certo di importanza) equivale ad escluderlo dall’attenzione globale.
I responsabili dei palinsesti sono talmente arretrati che non possono immaginare le potenzialità della Rete. E’ incredibile come loro, i cosiddetti esperti del settore, siano invece i meno preparati in fatto di nuovi media. I rari tentativi di portare il web in tv falliscono miseramente perché i giornalisti vorrebbero adattare la Rete alla tv, una fusione impossibile da realizzare.
E’ altresì normale che oggi la tv perda spettatori a favore del web, anche per la bassa qualità dell’informazione televisiva che asseconda i potenti perdendo di imparzialità. E così, gli assetati di news si appagano in Rete.
Ad esempio, vengono mandati in onda spesso documentari sulla guerra e sul periodo nazista. La storia raccontata con le immagini del tempo ed arricchita da testimonianze ed interviste. Programmi necessari ed interessanti ma incapaci di attirare l’attenzione dei giovani.
Difatti, il pubblico di questi servizi sono quasi sempre persone adulte e raramente ragazzi della nuova generazione.
Occorrerebbe, invece, provare anche un nuovo modo di far comunicazione sperimentare nuovi programmi e creare nuovi standard.
Vogliamo parlare dell’atrocità dei conflitti? Vogliamo evidenziare l’insensatezza delle guerre?
Invece di mandare in onda il “solito” documentario bianco e nero, costruiamo una trasmissione veloce, pragmatica, senza commenti inutili e faziosi, senza le risse degli ospiti, con videoclip e altro materiale preso da Internet.
Propongo una delle mie canzoni preferite, Samarcanda.
Che ne pensate?
MMo
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