Era il 1989 ed ero iscritto al mio primo anno all’Università, facoltà di Matematica di Napoli.
Quell’anno, come i precedenti e poi quelli avvenire, subito dopo l’inizio dei corsi era scattata la protesta degli studenti contro il ministro dell’Istruzione di turno.
Oggi è la Gelmini allora era il ministro Ruberti con la sua famigerata riforma.
I nostri giorni sono attualmente caratterizzati dai movimenti dei grillini e dalle onde studentesche, allora la protesta prendeva il nome da un animale selvaggio avvistato alla Nomentana di Roma e mai più rivisto, l’inafferrabile pantera!
Nemmeno il tempo di approfondire l’Analisi Matematica, l’Algebra e la Geometria ed i corsi furono sospesi: università occupata.
Per riempire i pomeriggi tenevo compagnia ad un amico che lavorava in edicola, fu allora che il mio sguardo incrociò un albo, un fumetto che poi è divenuto storia, il mitico numero quattro di Dylan Dog, “Il fantasma di Anna Never”
Lo lessi in mezz’ora, lo divorai avidamente incuriosito da questo nuovo personaggio di Sergio Bonelli che rompeva gli schemi classici dell’eroe senza macchia e senza paura.
Mi divertì la sua ironia nell’affrontare i mostri, il suo modo di vestire, le sue paure, l’innamorarsi delle donne che conosceva in ogni storia e l’illusione di poterle amare, l’esplosivo assistente Groucho chiaramente ispirato ai fratelli Marx, mi affascinavano tutte le citazioni cinematografiche nascoste nella storia, 96 pagine di trovate pirotecniche e fantasiose.
Da allora fu colpo di fulmine e cosi partii alla ricerca frenetica degli albi arretrati, tra piccoli negozi di fumetti e veri e propri supermercati di comics!
Dopo quasi trent’anni Dylan Dog fa parte della mia vita, uno stile da seguire, mi tiene compagnia e quando l’incontro leggendo le sue storie mi permette di evadere e viaggiare in un mondo dove non sempre vince il bene ma almeno Dylan prova a porre un freno al male, tenta di capovolgere i luoghi comuni e la realtà fino alla ricerca della verità, sempre in difesa dei più deboli e dei freaks.
Dylan Dog baluardo di ideali e valori, di gentilezza e romanticismo ma con i suoi scheletri nell’armadio, con i suoi difetti, con le sue scelte sbagliate con cui convivere, con un passato tormentato da cui è uscito un uomo giusto, debole e forte, comunque un esempio.
Oggi ho l’intera collezione ben conservata a cui tengo moltissimo e che un giorno mio figlio leggerà (spero!), considero la lettura di un albo come l’equivalente di un bel libro.
Grazie (ex) ministro Ruberti, non posso dire se la tua riforma fosse giusta o sbagliata ma so che mi è servita a trovare un vero amico, Dylan Dog.
MMo
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