Io non fumo, anzi in vita mia non ho mai acceso una “bionda”. Neanche una volta.
Resto altresì sbigottito nell’osservare come la sigaretta, per i fumatori, sia il prolungamento naturale delle dita. Il mozzicone come la racchetta per il tennista: se trascorri dodici ore ad allenarti sulla terra rossa, la sera puoi anche andarci a dormire con la tua Wilson. Diventa normale anche se stravagante.
Ogni giorno leggo di un morto ammazzato per una faida di camorra o di una spietata vendetta mafiosa. Prima o poi mi abituerò a tanto orrore come il fumatore alla nicotina?
Essere schiavi di una dipendenza provoca comportamenti distorti e spontanei: il fumatore accende la sigaretta in ascensore, nel bagno dell’ufficio oppure nella sala d’attesa del’ospedale. Ai suo occhi risultano azioni ordinarie e non si preoccupa se infastidisce il prossimo. La sensibilità fisica e morale si riduce sostituita dalla necessità di soddisfare la propria assuefazione.
Il fumo del tabacco avanza incessante con il beneplacito dallo Stato-dottore.
Propongo allora una nuova tassa sulle sigarette per finanziare una martellante campagna pubblicità-progresso contro i fumatori maleducati.
Quelli educati, invece, possono continuare indisturbati ad ammazzarsi.
MMo
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