Nel maggio del 2009 ho amministrato il condominio La Giardiniera. Un complesso di tre casermoni in una città vicino Bologna. Avevo ottenuto l’incarico grazie alle mie competenze professionali, anche se molti sospettavano che la mia parentela col sindaco fosse la causa principale del mio successo.
La Giardiniera era un complesso completamente abusivo, ma mio zio l’aveva condonata usando una legge del 1849.
Ore 21.00 – città vicino Bologna – Via Capaci, 38 – piano terra con ascensore. Ventesima assemblea del Condominio La Giardiniera.
Avevo appena terminato di fare l’appello che De Filippo, un condomino in affitto, mi chiese di andare in bagno. Gli diedi la chiave e lo lascia entrare nel retro della sala. Ero felice di essere un amministratore di condominio con un ufficio ed una sala riunioni grande da accogliere più di trenta condomini. Amavo amministrare i condomini.
La cosa che amavo di più era aprire le discussioni sugli ordini del giorno. Mi alzavo e solennemente evocavo l’oggetto e poi aprivo la discussione con un sorriso. Negli anni imparai a leggere negli occhi dei condomini l’attesa all’oggetto di loro interesse.
“Riparazione del balcone della signora Lorenzi per infiltrazioni. La discussione è aperta” .
Avevo appena aperto il primo ordine del giorno quando la luce improvvisamente mancò.
Sentimmo delle urla e un tonfo. Poi la luce tornò. Achille Servieri, un cinquantenne della scala C, era a terra ricoperto di sangue. Il manico di un coltello si ergeva al centro del petto, come l’asta di una bandiera indicava inequivocabile l’omicidio di un condomino.
Tra l’altro sempre puntuale nei pagamenti.
… fine I parte
Antonio P. Beni
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