Nessuno può immaginare in quale condizioni vivano i rom nei campi abusivi che affollano le periferie delle nostre città. A Giugliano, in provincia di Napoli, da qualche mese è sorto un nuovo insediamento composto da baracche fatiscenti e roulotte puzzolenti. Le istituzioni fingono per non intervenire per poi scandalizzarsi ogni volta che accade una tragedia (annunciata). Nessuno agisce nemmeno dopo l’ennesima morte di un bimbo di un mese, l’ipocrisia continua.
Lunedi 23 aprile 2012, il Mattino di Napoli pubblica la tragica notizia: Bimbo di un mese muore nel campo rom. Aveva un forte raffreddore.
Il campo nomadi in questione è l’insediamento presente dietro il grande centro commerciale Auchan di Giugliano: se visitate la pagina “Dove siamo” noterete come la galleria di negozi si trovi a ridosso del discusso asse mediano, la strada oggetto di molteplici denunce sia per il degrado delle piazzole (adibite a discariche di rifiuti di ogni genere) sia perché attraversa la famigerata Terra dei Fuochi.
In questo degradato scenario, si possono scorgere tra le campagne di Giugliano fino ad Afragola (nei pressi dell’Ikea), piccoli e grandi agglomerati di roulotte fatiscenti, immersi in montagne di spazzatura non raccolta, con colonne di fumo nero che si alzano al cielo indice di roghi pericolosi e dannosi alla salute di tutti.
Vivono senza acqua potabile e privi di corrente elettrica e si intravedono i bimbi giocare tra strisce di immondizia.
Questi stanziamenti sono lager formati da baracche in rovina, lamiere bollenti in estate e gelide in inverno. Quando piove sono attraversati da fiumi d’acqua che trascinano via ogni tipo di munnezza.
Ovviamente il campo rom di Giugliano è abusivo ma contemporaneamente è tollerato dalle istituzioni che non intervengono né per bonificare l’area né per trovare una sistemazione civile agli occupanti. I politici locali conoscono la realtà ma – come accade nel resto d’Italia – fingono per non prendere provvedimenti e, davanti ai media, quando accade una tragedia, prima si scandalizzano e poi promettono.
Non appena si spengono i riflettori torna il silenzio su questo dramma sociale fino alla successiva disgrazia (una stufa che brucia in una roulotte, un incidente, un’infezione dovuta ai ratti …)
Le foto che scattai nel settembre 2010 al campo rom abusivo di Scampia (presente da più di vent’anni!) destarono un forte impatto emotivo: l’area (dove tutt’ora vivono i nomadi) sembrava Beirut dopo un bombardamento mentre rappresentava solo l’ennesimo giorno di ordinaria follia, una situazione inimmaginabile per una persona normale, la quotidianità per i rom (se non mi credete, andate voi stessi a controllare: la situazione a distanza di due anni è inalterata).
Oggi pubblico le foto del campo rom di Giugliano, icona di tanti altri insediamenti abusivi.
Ho rubato questi due scatti sostando per pochi istanti sull’asse mediano che sorvola l’insediamento, tra auto che sfrecciavano a tutta velocità e gli stessi rom che mi minacciavano dal basso.
Immagino che i nomadi non siano stati contenti di essere fotografati come “fenomeni da baraccone” ma, in realtà, stavo lavorando per loro: denunciare l’immobilità e l’ipocrisia delle istituzioni potrebbe servire a migliorare le condizioni estreme nelle quali sono costretti a vivere.
Propongo una (triste) scommessa: io affermo che fra due anni potrò riscrivere un articolo sul campo rom abusivo di Giugliano con le stesse parole e foto.
Sarò ben felice di perdere ma penso proprio che non corro nessun rischio (purtroppo).
MMo
è triste quello che si vede dalle foto.
Le foto non mostrano nemmeno l’1% del degrado del campo rom abusivo. È un lager